Tu chiamale se vuoi Emozioni
Riferimento all’opera di TIZIANO “BACCO E ARIANNA” 1520-‘23
Amori impossibili e fugacità della vita. Sicurezza odierna e abominio temporale. Rivoluzione sentimentale. Cuore in subbuglio. Un turbinio di pensieri, di azioni logiche e illogiche. Sono sensazioni dell’animo umano avvolto in un coinvolgente abbraccio. Sono sensazioni d’amore. Le favole sono gremite di storie al limite dell’inverosimile in cui la forza della magia ha la meglio sulla razionalità umana. Arianna: una mortale, una ragazza normale, abbandonata da un uomo. Teseo. Era riuscito a vincere il suo scetticismo e convincere la sua fiducia portandola lontano. Portandola con sé e per sé. Beffeggiata. Illusa. Lasciata sola su un’isola, a Nasso, a piangere sulla sua dolce ingenuità. La disperazione comporta necessità di sopravvivenza; bisogna trovare una motivazione sufficientemente forte per tornare a vivere. Da soli è impossibile. Serve una persona. Serve qualcuno con cui condividere, con cui spartire le proprie sofferenze e dividere i momenti di felicità. La condivisione è l’essenziale ingrediente di ogni sentimento umano. Serve un nuovo amore. Arianna corre sulla spiaggia di Nasso senza avere una meta. Non sa dove dirigersi, non sa perché, non sa come. Non c’è più Teseo a tenerle la mano. È persa. Come noi siamo perduti nel dedalo infernale dei nostri giorni ripetitivi. Persa perché quella certezza univoca è scomparsa. Teseo e il suo inganno sono riusciti a rompere l’equilibrio di Arianna. Continua a correre sulla spiaggia, l’abito mosso dal vento, disordinata, spettinata e goffa. Lo vede. È bello, leggiadro, regale. Il Dio Bacco scende dal suo carro, affascinato da quella donna meravigliosa e sola. Lui lo sa: le serve aiuto. Vuole raggiungerla. Corre verso di lei con eleganza celestiale. Balza in avanti affiancato dal suo corteo di satiri, animali, musici e ancelle. A trainare il suo carro divino sono i ghepardi, fieri e feroci. Al cenno di Bacco restano immobili. Immobili di fronte alla nascita di un sentimento, di un amore. Viviamo in una società difficile, viviamo immersi in una ineguagliabile aridità psicologica. Siamo soli per scelta. L’unica scelta logica: non rischiare di essere accompagnati da un inetto. Scappiamo dai sentimenti sinceri per paura. Non vogliamo soffrire e chiudiamo tutte le porte d’accesso ai nostri pensieri, alla nostra mente, alla nostra anima, al nostro cuore. Tiziano sembra conoscere fin troppo bene la sofferenza che riesce a causare l’abbandono repentino di un amore. Tiziano dipinge un movimento fisico ma non solo. Dipinge il movimento irrazionale della mente alla ricerca di una cura per il proprio male. La solitudine. Allegorie. Un Dio immortale innamorato di una ragazza mortale e normale. Assurdo. Forse fin troppo concreto. Lo sentiamo dentro di noi. Quante volte abbiamo desiderato di avere accanto qualcuno in grado di darci sicurezza. Certezza totale in una vita serena. Un Dio. Una favola. Bacco. Quel matrimonio misto con Arianna sarà, nel mito, una celebrazione epocale con una patina dolorosa. Arianna non è eterna, Bacco lo sa ma l’ama troppo intensamente per ragionare sul domani. La sposa. Alla fine dei loro giorni d’amore le regalerà una costellazione in cui, Arianna, continuerà a vivere per sempre. Non ci vuole molto per rendersi unici e indispensabili. Basta poco. Basta apparire nel modo giusto al momento più opportuno. Basta riconoscere gli occhi gentili di chi ci vuol bene. Basta guardare profondamente dentro quell’unico sguardo attraverso il quale è possibile dimenticare la sofferenza di ieri per affrontare il nostro domani. Illuminati dalle stelle; con grandi Emozioni.
“Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi
Ritrovarsi a volare
E sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare
Un sottile dispiacere
E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire
Dove il sole va a dormire
Domandarsi perché quando cade la tristezza
In fondo al cuore
Come la neve non fa rumore”
(Lucio Battisti “Emozioni”, 1970)