“Musica è
Guardare più lontano e perdersi in se stessi
La luce che rinasce e coglierne i riflessi
Su pianure azzurre si aprono
Su più su i miei pensieri spaziano
Ed io mi accorgo che
Che tutto è intorno a me”

(Eros Ramazzotti “Misica è”, 1988)

Chiudi gli occhi e ascolta; ascolta quella canzone che ti è tanto cara, non importa quale sia o chi sia il cantante basta che, per te, abbia un significato. Vivi la rimembranza di quel passato che la musica riesce ad evocare; percepisci dei sentimenti, delle emozioni, commuoviti, ridi e, soprattutto, ricorda. La musica serve anche a questo: serve a non dimenticare mai. Le note lasciano, dietro di sé, una scia incancellabile di passaggi della nostra vita, belli e brutti. La rimembranza, concessa da un disco che suona, non ha eguali; è la sola possibilità di rivivere, veramente, un’esperienza come se fosse reale, come se esistesse una macchina del tempo virtuale. Funziona. Funziona meglio di un video o di una fotografia. Ti cattura nell’anima e riesce a strapparti dal cuore qualsiasi sentimento. Non c’è scampo. Di fronte alla musica sei totalmente nudo, senza scudi o protezioni. Basta una nota per farti tornare in qualsiasi luogo, con qualsiasi persona e in qualsiasi situazione. Non puoi sfuggire. La musica unisce le genti, crea aggregazione, regala la possibilità di estrapolare sé stessi dal quotidiano per spingersi nella propria realtà idilliaca e parallela. La musica può tutto, basta lasciarsi andare.

Learn to Fly – Foo Fighters Rockin1000 Official Video

Impariamo a volare! Il Rockin 1000 è l’emblema di quanto la musica sia trascinante, di quante emozioni e lacrime possano scaturire da uno strumento, figuriamoci da 1000 tutti insieme. Certo, è un evento musicale e come tale aveva come scopo tirarsi dietro una folla di visualizzazioni ma non è solo questo. Se non lo avete già fatto: ascoltate. Se lo avete già fatto: ascoltate di nuovo. Fa tutto parte dell’arte e questa è arte contemporanea, questi 1000 hanno capito come porsi al mondo di oggi. Gridare tutti insieme produce un suono ben più udibile del gridare da soli. Fa venire i brividi.

La musica crea suggestione e la suggestione determina la possibilità di creare, di ideare, di produrre qualcosa di talmente bello da apparire musicale nonostante il suo silenzio. Guardate la rosa, “La Rosa meditativa” che Salvador Dalì dipinse nel 1958 quando aveva compiuto 54 anni, quando, ormai, il suo surrealismo era diventato parte integrante di sé stesso e non solo della sua arte. L’infinito silenzio di quest’opera è musica per le orecchie di chi osserva. Il quadro è ben suddiviso in tre zone distinte: il cielo, vagamente riempito da una sottile nuvola; la terra colmata da un’ombra prepotente e da una coppia; una rosa, gigantesca, spropositata nelle sue dimensioni paranormali, tanto da suggerire timore reverenziale e curiosità. Ci si avvicina, immancabilmente, e si vede una goccia su quel petalo più in basso, non si sa se sia acqua o sangue ma poco importa: qualcosa sta per cadere a terra e il rumore, lo “splash” onomatopeico, diventa reale, si trasforma in musica. Tutto questo ragionamento crea partecipazione . Nonostante ognuno di noi, grazie alle sue differenti facoltà mentali, vedrà e vivrà qualcosa di differente, sarà in grado di percepire una musica quasi spirituale e, in definitiva, medidativa. Un’opera a dir poco eccellente. Struggente nella sua imperfetta perfezione, nella sua bellezza dai canoni spostati su di un piano differente rispetto alla norma. Creare meditazione attraverso un silenzio musicale e darsi delle risposte interiori personali: non vi pare di sentire un substrato cosmico sotto di voi? Ognuno di noi ha, da qualche parte, l’ombra di quella rosa che sta per gocciolarci addosso, potrebbe farlo da un momento all’altro, forse lo farà quando la meditazione sarà finita, quando avremo capito qualcosa che ancora non pensiamo di dover comprendere. Tutto questo è musicale e porta rimembranza, antica o recente, dipende da voi, dai vostri anni, dalle vostre esperienze, dalla vostra sensibilità.

C’è dell’altro, però, ancora più forte. Più rock. La musicalità del dipinto, che sto per presentarvi, si sente prima ancora di fermarsi a guardare. Vasily Kandinsky “Composizione VII”, 1913; la denominazione dell’opera ricorda qualcosa più vicino a Wolfgang Amadeus Mozart che ad un pittore, evoca una melodia, il suono di un pianoforte, di uno violino o di una batteria.

kandinsky_composizione-VII

Già il nome determina un’emozione: gioia, ansia, panico, divertimento, allegria, festa, oppressione, libertà. Gli ci vollero oltre trenta schizzi prima di decidere che forma dare a questa melodia. Trenta tentativi che gli hanno permesso di produrre un concerto; noi ascoltiamo, in rigoroso silenzio, assordati dalla quantità di strumenti che accompagnano la sua opera. Sembra davvero un concerto ed evoca una forza spropositata; evoca potenza sportiva, grandezza economica, forza governativa, carisma; evoca rigore pur nella sua apparente confusione. Per quanti strumenti tu possa far suonare all’unisono c’è solo un dogma da tenere ben presente: il rispetto delle regole, il rispetto dei tempi e delle tempistiche. Il rispetto: ciò che, al mondo, dovrebbe essere il primo comandamento.

Musica, meditazione, rimembranza, ricordo, lacrime, sorrisi, voglia di andare avanti senza dimenticare mai da dove veniamo. Ognuno ha una o più parole preferite, le mie sono capriata e fotone. La capriata è un elemento architettonico che sostiene un tetto, per farla breve; il fotone è il quanto di un campo elettromagnetico, è, più semplicemente, una particella, significa luce e non può essere né generato né distrutto: è magico. Capriata e Fotone sono due termini che diventano musicali perchè, in me, rievocano momenti belli. Trovate qualcosa che vi scateni un po’ di serotonina e scoprirete che la musica e la musicalità vive dentro ognuno di noi, vive in qualsiasi cosa desideriamo associare ad un rumore piacevole trasformandolo in una nota.

Nel frattempo vi lascio con la “Rosa meditativa”, vi lascio in ottima compagnia. Meditate in silenzio e sentirete la vostra melodia interiore.

Arianna Forni

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