“Life is bigger
It’s bigger
And you, you are not me
The lengths that I will go to
The distance in your eyes
Oh no, I’ve said too much
I set it up”
(REM “Losing my religion” 1991)
Quanto è grande la vita per decidere di chiudersi in un buco e non spaziare mai altrove? Quanto è difficile immedesimarsi nel prossimo senza conoscere i retroscena e la psiche che li governa? Quanto è grande la distanza tra i nosri occhi, umani e divini? Ho detto troppo. Ho parlato troppo, ho fatto troppe domande e ho creato un terribile avvicendamento di pensieri che ruotano attorno ad un unico concetto: l’essere, la necessità di non essere soli. Esistenza, essenza, pensiero, ragionamento, scelta e solitudine sono passaggi scanditi nella vita di ognuno. Non si sfugge. Chiunque, in un modo o nell’altro, si troverà di fronte ad un bivio, c’è chi andrà a destra, chi a sinistra e chi proseguirà, imperterrito, testa bassa, sempre sulla stessa strada. Il concetto è che qualsiasi sia la tua decisione dovrai, sicuramente, rinunciare a qualcuno e a qualcosa, dovrai abituarti a un attimo di isolamento prima di ritrovare il tuo equilibrio umanamente responsabile. Prima di tutto credere in sé stessi e in secondo luogo vivere una condizione di ampia apertura, psicologica e mentale, utile ad avvicinarci all’unisono della musica suonata da questo pianeta. Wide open. Adattamento. Capacità di responsabilizzarsi nel tentativo, a volte precario, di imparare a reggersi eretti sulle superfici più difficoltose e raggiungere una meta. Una conquista. Wide open, ampia apertura, verso l’infinità di possibilità che la vita ci offre, ci propone. Non è detto che accetteremo ogni cosa e nemmeno che le prenderemo in considerazione. Ciò che è indispensabile avere ben chiaro in mente sono tutte quelle differenti opzioni. Dobbiamo sapere della loro esistenza, potrebbero trasformarsi in chance formidabili. Viviamo costretti in un tempo scandito da appuntamenti routinari, immancabili scadenze da rispettare, regole impositorie che ci diamo da soli per obbligarci a mantenere un determinato status sia sociale che personale. Ci stiamo schiavizzando con consapevolezza e allora torno sul wide open. Ampia apertura, ampia capacità mentale di cogliere le opportunità imparando a suddividere i vari piani in base all’importanza di ognuno, imparando a scindere tra lavoro e passioni, tra doveri e la propria religione interiore che ci attribuisce un carattere. Non dobbiamo mai perderci. L’obiettivo è uno: rendersi autonomi senza perdere mai sé stessi, sapendo quale strada vogliamo percorrere ma avendo una free wide open zone utile a garantirci la chance di cambiare idea, di rivedere i nostri piani.
“Amore e Psiche, bambini”, il titolo originale L’Amour et Psyché enfants, 1890, opera del pittore William Adolphe Bouguereau. Questo, sì, è wide open, questa è apertura e connivenza tra diversità divine e umane che condividono un sentimento già da bambini. Anche noi avevamo il nostro amico preferito all’asilo, alle elementari. L’amico inseparabile che non avremmo lasciato mai solo e per cui avremmo sempre fatto tutto quello che era in nostro potere fare per rendergli la vita migliore, più facile. I bambini sono tutti wide open, sanno cosa vogliono oggi ma non sanno se sarà lo stesso che desidereranno domani, sono aperti ai cambiamenti e sono duttili nel plasmare la loro psiche senza dimenticarsi mai di provare amore per qualcosa e per qualcuno. Poi i bambini crescono, a volte le cose cambiano, a volte restano invariate nella loro palese diversità. La maturità di un uomo e di una donna non possono più prescindere dalla razionalità, dai sentimenti reali, concreti ma soppesati a lungo prima di decidere. Ci sono in ballo troppi equilibri. Bisogna stare attenti. Gli uomini, in senso generale, sono meno wide open dei bambini ma possono imparare. Soprattutto possono capire quali siano i vantaggi di un’ampia apertura. Spaziare. Così, ancora loro sono cresciuti, hanno cambiato forme e hanno cambiato approccio ma restano sempre loro: “Amore e Psiche che si abbracciano”, 1787-1793, gruppo scultoreo in marmo, museo del Louvre, Parigi, opera del grande Antonio Canova;
Amore e Psiche che si abbracciano, 1787-1793, gruppo scultoreo in marmo, museo del Louvre, Parigi
lui sì che era wide open nella fermezza con cui ha attribuito al marmo la vitalità di un concetto troppo lontano dal ben pensare comune. In questo modo è riuscito a riportare un sentimento di condivisione, nella propria diversità, in una statua che, a mio avviso, è tra le più suggestive al mondo. Trasmette esattamente l’essenza dell’amore, del divino Amore, figlio di Venere, coinvolto emotivamente dalla psiche, precisamente da Psiche, una mortale dalla bellezza struggente, personaggi più wide open di questi fatico ad immaginarne. Un amore regolamentato e controllato da qualcosa di più elevato che rende grande l’apertura mentale sia con cui si osserva, sia con cui si assimila. Sensibilità.
Esistono momenti in cui è difficile rendersi davvero wide open e il concetto di mentalità aperta si concepisce con una grande difficoltà. La maturità, una parola che incombe sulla testa delle persone come una spada di damocle e preclude l’avere, appunto, una open mind fluida e ben amalgamata nella propria vita cadenzata dai ritmi sempre più serrati. Si giunge, così, alla necessità di trovare dei compromessi. Dobbiamo avere il dinamismo per destreggiarci tra le nostre passioni, i nostri desideri di cambiamento psicologico e mentale, e l’immancabile e incessante fermezza dei nostri doveri. Si tratta, per l’appunto, di avere assimilato dei compromessi. Qualcuno, come Massimo Cavezzali, la metterebbe sul ridere.
non accetto compromessi... Massimo Cavezzali
non accetto compromessi… Massimo Cavezzali
Altri troverebbero il modo di schematizzare anche i compromessi per renderli regolari e regolamentati, con annesse leggi e tempistiche di ruolo, ma questo è solo un altro meccanismo mentale con cui la gente si difende dall’ignoto, dal wide open che ci circonda. Una strada nuova fa paura, un cambiamento può terrorizzare, un solo inserimento, non previsto, nella nostra vita, può metterci in crisi ma noi, ora, sappiamo come gestirlo perché abbiamo capito che essere wide open ci mette al sicuro di fronte al nostro inconscio desiderio di variare un’esistenza mediocre nella sua quotidiana monotonia.
Charles Clyde Ebbets nacque il 18 agosto del 1905 a Gadsden, in Alabama 2
Charles Clyde Ebbets nacque il 18 agosto del 1905 a Gadsden, in Alabama
Intanto aspettiamo, aspettiamo che le cose cambino senza fare niente per renderlo possibile. Aspettiamo perché ci siamo convinti che sia l’attesa a portare con sé delle novità; si attende per poter ponderare sulle decisioni da prendere. Si aspetta un mutamento epocale nella propria statuaria staticità lontana da quell’ “Amore e Psiche” tanto vivi nel loro mondo wide open.
Eppure siamo tutti, nel profondo dell’anima aperti al cambiamento, spiriti liberi nonostante le responsabilità quotidiane che ci siamo dovuti imporre, siamo tutti attratti da quella mentalità aperta, da quell’ampia apertura psicologica verso l’ignoto. E se parlassimo di wide open to the wild? Credo che solo un fotografo saprebbe trovare la risposta giusta: Ansel Adams (20 febbraio 1902 – 22 aprile 1984)
Ansel Adams 20 febbraio 1902 – 22 aprile 1984
Ansel Adams 20 febbraio 1902 – 22 aprile 1984
Riguardiamo “Amore e psiche che si abbracciano”, nel dettaglio dei loro volti e cerchiamo di coglierne la passione, la sensualità e la psicologia estrema di una devozione fuori dagli schemi: il figlio di una Dea con una mortale. Un sacrilegio, eppure da quel sacrilegio Amore ha raccontato al mondo di cosa potrebbe essere capace.
Wide open. Non serve aggiungere altro.
Arianna Forni
Amore e Psiche che si abbracciano, 1787-1793, gruppo scultoreo in marmo, museo del Louvre, Parigi - dettaglio 1
Amore e Psiche che si abbracciano, dettaglio

1 Comment

  1. Credo che solo persone dotate di una sensibilità sopraffina riescano ad esprimere certe sensazioni e tu sei una delle pochissime….oltre ad essere in grado di illustrarcelo scrivendo in modo impeccabile

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