“L’ipocrita più distinto. – Il non parlare mai di sé è un’ipocrisia molto distinta.”
(Friedrich Nietzsche)
Falso è falso, se poi gli si è data la definizione, secondaria, d’Autore non è affar nostro, resta falso. In una situazione economica disastrosa appare molto facile la proliferazione di opere, false ma, come si suol dire, appunto, d’autore. Potrebbe sembrare un plagio, illegale, non lo è, addirittura la copia, o appunto falso, d’autore, è tutelata legalmente, l’importante è dichiarare la proprietà come personale, chiunque tu sia. Basta dire “Sì, l’ho copiato, ma questa copia è mia, di nessun altro”, logico e illogico al tempo stesso. A questo punto, assurto a vero e proprio artista, potrai vendere le tue opere, fingendoti chiunque tu abbia sognato di essere. Sì, anche Van Gogh. Chiaramente, un falso d’autore avrà un prezzo ridicolo rispetto all’originale e, quindi, più Pop, più vendibile con la certezza di permettere, ai compratori, di appendere, nei propri appartamenti, un pezzo unico, facile, per i neofiti dell’arte, da confondere con l’originale. Volete immaginare la soddisfazione di mostrare un Vermeer, un Klimt, un Caravaggio, e via dicendo, addossati al tavolo da pranzo, nel nostro magnifico salotto? Una povertà di spirito senza eguali ma un impatto assicurato, i vostri ospiti potranno confondersi le idee e guardarvi, attoniti, come grandi collezionisti e voi potrete intrattenerli per un’intera serata, raccontando come avete lottato per accaparrarvi proprio quell’opera, in una guerra serrata con altri compratori di lusso, durante una delle aste organizzate da Sothedy’s a New York. Lascerete tutti a bocca aperta. Un consiglio: attenzione ai falsi ignoranti, potrebbero smascherarvi e sottoporvi al pubblico ludibrio. D’altra parte :
“La calunnia è un venticello,
un’auretta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente
incomincia a sussurrar.”
(Rossini, “Il Barbiere di Siviglia”)
Partiamo da una considerazione, niente può essere considerato falso a meno che qualcuno non plagi un’opera fingendosi, lui stesso, inventore e autore in sé e per sé, solo in questo caso esistono leggi precise sia in relazione al Diritto d’Autore, sia in relazione, se si tratta di opere antiche, del Codice dei Beni Culturali, in tutti gli altri casi ognuno può, di fondo, fare ciò che vuole. Basta citare le fonti, per quanto riguarda uno scritto, citare gli autori e definirsi autori di riproduzioni, nel caso dei quadri, oppure, nel caso delle sculture, adoperare dei calchi dell’opera originale in modo da riprodurre qualcosa di, esteticamente, identico alla prima produzione, d’autore. Rispettando queste regole nessuno, ripeto nessuno, potrà mai additarci o, peggio, denunciarci per plagio. Sembra un’assurdità ma non lo è, esiste un valido, ma non condivisibile, motivo per cui il Falso d’Autore viene permesso, concesso e sostenuto: aprire un nuovo mercato, per tutti coloro che da Christie’s e da Sothedy’s non potrebbero nemmeno entrare. Scimmiottare i ricchi accresce l’orgoglio personale. Sembra la rappresentazione della giostra, da Luna Park, con i cavalli, i bimbi credono di cavalcare e, invece, non lo fanno; gli adulti credono di comprare arte e, invece, non lo fanno. Sono scettica e in totale disaccordo con questo settore dell’arte. Non è arte, è una copia dell’arte di altri.

Esistono artisti che hanno fatto della loro carriera la copia delle grandi opere di altri, hanno costruito una propria personale credibilità su idee già espresse, già viste, già strutturate all’interno di un pensiero comune. Lo trovo disarmante. Perché? Mi chiedo. L’arte è bellissima quando racconta delle storie nuove, quando esprime sentimenti diversi, quando ci permette di viaggiare nell’inconscio dell’artista, navigando, contemporaneamente, nel nostro. Guardando una tela, una scultura, una qualsiasi creazione, d’arte, si possono imparare centinaia di cose, si possono scoprire novità in riferimento a sé stessi, al mondo attorno a noi e all’animo umano. Perché copiare? Ma, soprattutto, perché permettere a qualcuno di farlo? Prendiamo, da esempio, Mike Bidlo, uno dei più grandi Falsi d’Autore, questo è l’unico modo per definirlo, esattamente, per quello che è, un Falso, sarà anche d’Autore, ma è, pur sempre, un Falso:

Proprio non ci riesco. Non posso capire come sia possibile fare una cosa del genere. Picasso è Picasso, non esiste copia possibile, non esiste la controfigura di un genio, non potrà mai esserci, non potremo mai farlo rivivere, così facendo, invece, contribuiamo a farlo morire per la seconda volta. I Falsi d’Autore e gli artisti – sono artisti? – che praticano questo, consapevole, stillicidio, abominevole, sarebbero, a mio avviso, da bandire dal mondo dell’arte. Purtroppo viviamo in una società dove appare sempre più semplice, e immediato, copiare piuttosto che inventare, è facile prendere le idee degli altri e farle proprie, mostrare la propria abilità grazie allo studio e alla fatica, penetrante, di qualcuno che ha impiegato anni prima di giungere ad un risultato soddisfacente, per sé stesso e, quindi, per il suo amato pubblico. Ormai si copia tutto, si copiano i grandi stilisti, si copiano le canzoni, si copiano i pensieri, si copiano i format, si copia tutto, tutto, se si potesse si cercherebbe di copiare l’intera vita dei propri beniamini, dei VIP da quattro soldi idolatrati dalle folle. Si copia, punto, è aberrante, dimostra la povertà di questo Paese.
“Nel paese della bugia,
la verità è una malattia.
Non ha vaccino, non ha cura
e neanche a metri si misura;
la verità è presagio solo di buona sorte
e ai bugiardi non rimane
che tenersi il naso lungo o le gambe corte.”
(Gianni Rodari)

Siamo davanti alle bugie e nessuno si lamenta. Ci troviamo di fronte a una presa in giro legalizzata e non possiamo farci niente. Siamo al cospetto dell’incompetenza, dell’incapacità di un popolo che può solo copiare per sopravvivere. Oramai, dentro al cuore, nell’anima, non abbiamo più niente, chi ha ancora qualcosa viene mutilato prima di riuscire a mettere la testa fuori dal guscio, almeno tagliamo la testa al toro, evitiamo le umiliazioni e nessuno rischia di perdere il posto. Ma di cosa stiamo parlando? Forse oggi sono molto polemica, mi sento polemica, guardo fuori dalla finestra e polemizzerei con tutti, anche con chi va dal parrucchiere e chiede un taglio “come quello di…”, ma perché? Inventiamoci qualcosa di diverso, di differente, facciamo della nostra vita un’opera d’arte unica e limitiamoci a dire agli altri se, secondo il nostro misero parere, siano stati bravi o meno. Invece no, siamo bravissimi a denigrare e poi scopiazzare appropriandoci dell’idea sorta nella mente di un altro. Che pochezza. E questi artisti? Va beh, non sono artisti sono ottimi “falsari”, in tono scherzoso per carità, hanno un buon tocco, pennellate sicure, un buon uso dei colori, già, i colori scelti da un altro e composti da un altro per rendere un’idea che solo quell’altro aveva realmente in testa. A copiare, guarda caso, sono bravi tutti. Manchiamo di inventiva e di spirito di iniziativa. Manchiamo di intelletto e di sapienza. Siamo delle capre, e ringrazio sempre Sgarbi per il suggerimento.
Un tempo la bugia aveva le gambe corte e, con Pinocchio, di Collodi, anche il naso lungo, sempre più lungo, lunghissimo. Si farebbe molta meno fatica ad essere sinceri, prima di tutto con sé stessi, poi, con gli altri, questo per evitare di farci crescere il naso, poi, se proprio avessimo il forte desiderio di entrare nei libri di arte e fare qualche esposizione personale, beh, non resta che iscriverci ad una buona Accademia, studiare, applicarsi con dedizione e, se la Dea Bendata dovesse decidere di assisterci, scarabocchiare una novità super-galattica, vendibile a cifre stratosferiche come Jeff Kooons. Lo cito sempre per il suo modo di essere, così, kitsch ma, tutto sommato, le idee sono tutte sue, le opere nascono dal suo modo di essere, belle o brutte che siano, apprezzate o meno. Se dovessimo, anche noi, inventare qualcosa: ci copieranno? Sicuramente ma, sappiate, una copia, comunque sia fatta, resta sempre una copia.
“A quattro anni dipingevo come Raffaello, poi ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino.”, non è un caso che questa frase sia stata pronunciata proprio da Pablo Picasso. Mi rivolgo agli artisti che lo copiano, sebbene sostenuti dalla legge, ora, come la mettiamo?
Arianna Forni