“È molto più bello di un certificato azionario, e non dà preoccupazioni quando il mercato è fluttuante. Se ne sta tranquillo, incastonato in un anello o chiuso dentro una cassetta di sicurezza, mentre il suo valore aumenta ogni giorno che passa.”

(Ronald Schiller, “Nel mondo dei diamanti”)

Peter Carl Fabergé, per onorare lo Zar di tutte le Russie, ideò queste splendide uova gioiello, un regalo di Pasqua, decisamente, non alla portata di tutti, ma pur sempre fedele alla tradizione: un uovo con sorpresa. Fabergé, da cui prende il nome la compagnia a cui, questi preziosi, fanno riferimento, era un vero e proprio artista, un mago nella composizione, forse un po’ barocca e pomposa, di splendidi oggetti dal valore inestimabile. Un uovo, un simbolo di fecondità, di riproduzione, di continuità della specie. L’uovo rappresenta molti aspetti positivi del mondo su cui viviamo, l’uovo è la vita. L’uovo di Fabergé, oltre a rappresentare l’essenza dell’esistenza e della continuità, sprigiona opulenza, ricchezza, bellezza; è affascinante pur essendo, tremendamente, sprezzante nei confronti della povertà, dell’uomo comune che, a Pasqua, si permette la cioccolata più che oro, platino e pietre preziose ma, d’altra parte, c’è da dirlo, ognuno ha i suoi parametri e vanno rispettati, così come sono. Sotto l’aspetto prettamente legato alla vita, vera e propria, fine a sé stessa, l’unico uovo, davvero, ricco e importante è l’uovo gametico femminile, colui che può donare la vita, un piccolo uovo contenente tutto il necessario per permettere la procreazione, lo splendore, lo stupore a cui assistiamo ogni giorno: la nascita. Fabergé non ambiva a tanto, i suoi sono gioielli, rappresentazioni di ricchezza materiale, nel rispetto di una tradizione religiosa e secolare. Se vogliamo dirla tutta, fino in fondo, l’uovo è, soprattutto, un alimento, quindi oltre a creare la vita permette, anche, di mantenerla, di nutrirla, di darle sostentamento, bisogna stare attenti, mantenere stabilità, non mangiare più del necessario, non rompere gli equilibri della natura, avere rispetto. Beh, Fabergé non ha nemmeno questo problema, dubito che qualcuno possa decidere di mangiare una delle sue uova. Restano un grande simbolo, soprattutto storico ma, oserei dire, anche affettivo e, sembra strano dirlo di un Uovo di Pasqua, economico, altamente economico. Le uova, di Fabergé, realizzate sono state catalogate per anno, per nome e per chi l’ha ricevuta in dono. Tra il 1885 e il 1917 ne furono prodotte ben 52, tutte date in regalo a Maria Fëdorovna e a sua nuora. Maria, nata Principessa Dagmar di Danimarca divenne regina consorte di Russia, dopo aver sposato l’imperatore Alessandro III:

Ivan Kramskoi, 1881, Maria Fyodorovna, born Princess Dagmar of Denmark , wife of russian tsar Alexander III - da Wikipedia
Ivan Kramskoi, 1881, Maria Fyodorovna, born Princess Dagmar of Denmark , wife of russian tsar Alexander III – da Wikipedia

Delle 52 uova a lei donate ne restano 44, non si sa che fine possano aver fatto le cinque restanti, di alcune si hanno documenti fotografici, di altre no, resta soltanto il nome nell’elenco. Pare che una delle uova perdute sia stata ritrovata in una bancarella di un mercatino, in un paese sperduto degli Stati Uniti. Nessuno ne conosceva il valore, era solo riconosciuto come oro prezioso, pare strano ma nemmeno un individuo si pose la domanda del come e del perché quell’uovo, così artistico, si trovasse proprio lì e se, magari, potesse avere un valore più rilevante rispetto allo stesso oro con cui era stato realizzato. Un giorno, un commerciante di gioielli si avvicinò alla bancarella e lo vide, ne soppesò l’oro e decise di acquistarlo per fonderlo e utilizzare il prezioso ricavato per creare qualcosa di più commerciale, di più vendibile. Lo pagò 8.000 € circa, era il 1902. Lo appoggiò nella sua cucina, rimase lì qualche tempo finché non si accorse, leggendo un giornale, della disperata ricerca di quell’uovo di Fabergé del valore di 20 milioni di euro. Immaginatevi la sorpresa, pensate cosa sarebbe potuto accadere se lo avesse, realmente, fuso. Purtroppo la storia, anche se d’oro, ha un valore molto più grande di un gioiello. Eccovi mostrato l’uovo ritrovato in quel mercatino statunitense:

Il terzo uovo di Pasqua imperiale - da catawiki
Il terzo uovo di Pasqua imperiale – da catawiki

L’Uovo cesto di fiori, del 1901, l’Uovo delle colonne, del 1910 e l’Uovo mosaico, del 1914, sono stati acquistati, nel 1933, dal re britannico Giorgio V e dalla regina Maria. La collezione era molto ambita, tra le più ambite in ambito artistico di un certo rilievo economico. Hanno il vantaggio di essere sempre in netta rivalutazione, con il passare degli anni, sono quegli oggettini che non saranno mai soggetti a svalutazione, non passano mai di moda. Oggi, in ogni caso, sono ancora in Inghilterra, appartengono alla Regina Elisabetta.

i più grandi collezionisti di uova fabergé sono i reali inglesi - da My Luxury

Il primo uovo realizzato, nel 1885, appunto, non era altro che un uovo bianco, ovviamente d’oro, costruito a matrioska, con un tuorlo d’oro al cui interno si trova una gallina, anch’essa, totalmente, fatta d’oro:

“Uovo con gallina” - l'originale uovo Fabergé, 1885 - da catawiki
“Uovo con gallina” – l’originale uovo Fabergé, 1885 – da catawiki

Di certo, l’Uovo con Gallina, non è il più bello della serie ma è il primo, non fosse altro che per questo, ha un immenso valore. Purtroppo, a parte qualche scatto fotografico, di quest’opera non si sa più nulla. Ritengo che sia, soprattutto, l’idea a dover essere ritenuta superba, tralasciamo, per un attimo, la ricchezza di queste uova, guardiamole solo come pezzi d’arte: sono stupende, rappresentano una storia incredibile, sono parte di un contesto molto lontano dalla nostra Europa, eppure molto vicino nel senso di vita e vitalità. La Russia è stata sempre osservata come un Paese lontano, per cultura, ampiezza, lingua e popolazione ma, in fin dei conti, per celebrare grandi occasioni, in questo caso la Pasqua, l’imperatore faceva dei doni alla regina consorte, dei gioielli, come fa la maggioranza degli uomini che possono permetterselo, ha scelto di farlo con un oggetto simbolico molto forte, molto coinvolgente che riesce ad avvicinare, quella Russia lontana, anche a noi.

Il valore di ogni singolo pezzo non è quasi mai quantificabile ma ce n’è uno in particolare battuto all’asta da Christie’s, a Londra, il 28 novembre 2007, per un valore totale di 8.980.500 sterline (13.925.609 euro):

Uovo Fabergé - da NTQ
Uovo Fabergé – da NTQ – battuto all’asta da Christie’s, Londra per 8.980.500 sterline (13.925.609 euro)

Si tratta di un uovo abbastanza grande, su basamento in oro, dipinto di rosa e arricchito da numerose pietre preziose, inoltre, presenta un orologio con movimento automatico, allo scoccare dell’ora il gallo, d’oro colorato, esce, dall’alto, rivelando tutta la sua bellezza. Nessuno potrà mai dire che questa non sia arte.

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Uovo del Cremlino, 1906, Fabergé – da Wikipedia

Quest’altra grande opera rappresenta il Cremlino, in tutta la sua straordinaria importanza, nel suo fascino fiabesco, con un uovo, bianco, arricchito da finestre dorate e chiuso da un magnifico tetto in oro, sormontato da una croce. Fabergé non era soltanto un orafo, era un artista, sapeva esattamente come rispondere alle richieste dell’Imperatore Alessandro III e, con questo, ha saputo dare inizio ad una produzione di uova infinita, molto ricercata anche negli ultimi modelli più piccoli e accessibili ad un numero maggiore di persone. Resta il fatto che la vera collezione sia quella legata ad Alessandro III di Russia e alla moglie Maria Fyodorovna, donati, in seguito, al figlio Nicolai II. La produzione attuale segue l’onda della fama legata a queste Uova ma non ha più nulla a che vedere con la storia, sono solo gioielli, preziosi, preziosissimi, ma solo e semplici gioielli.

Questa storia è magnifica, nella sua ricchezza di particolari e nella ricchezza di ogni singolo uovo prodotto. In fin dei conti, anche loro, restano, pur sempre, Uova di Pasqua, magari non si potranno mangiare ma mantengono quel simbolo di condivisione a cui siamo tutti molto affezionati. A questo punto, ci rimane una certezza, cinque di quelle uova sono ancora perdute, chissà dove, chissà perché; non è detto che qualche mercatino, in giro per il globo, non abbia, sulla sua bancarella proprio uno dei dispersi. Sarebbe una fortuna trovarlo, starebbe alla nostra acutezza accorgerci del suo valore e, beh, potremmo sentirci finalmente ricchi e parte di una storia senza fine.

In fin dei conti, però, un uovo è sempre un uovo, come dice Carlo Cracco, tanto per sdrammatizzare:

“È veramente un’avventura l’uovo e sta a noi, poi, saperne cogliere gli aspetti. Perciò l’uovo, volendo, può anche diventare quadrato.”

(Carlo Cracco)

Arianna Forni

Fabergé, Uova Incoronazione Imperiale 1, Le uova Faberge' i preziosi gioielli di Pasqua - da Molù
Fabergé, Uova Incoronazione Imperiale 1, Le uova Faberge’ i preziosi gioielli di Pasqua – da Molù

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