“L’automobile è femmina.”
(Gabriele D’Annunzio)
Gabriele D’Annunzio ha ragione, l’automobile non può che essere femmina, femminile, potente, forte. Il potere, si sa, è delle donne, altrimenti non sarebbe servita a nulla la rivoluzione del 1968, forse, nemmeno quella precedente, con la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina del 1791, ad opera di un’eroina Olympe de Gouges. Olympe dedicò questa dichiarazione all’allora Regina di Francia, Maria Antonietta, per dimostrare quanto le donne dovessero avere spazio all’interno del sistema sociale e lavorativo, non solo familiare. Le donne si sono emancipate, forse no, ma questo è tutt’altro discorso, lo affronteremo in un altro momento, hanno, però, fatto valere alcuni diritti, fondamentali, trasformandosi in individui e non solo in merci di scambio. Anche la politica ha subito un notevole pugno allo stomaco, nel corso degli anni Settanta, ripescare, ora, questa, magnifica, citazione di D’Annunzio appare quasi una premonizione. Ci sono milioni di detti sulle donne e i motori, la maggioranza possono anche essere veri, per coloro le quali non se ne interessano, ma sono solo meschinità maschiliste se si rivolgono a quel settore, sempre femminile, che adora il rombo di un motore acceso. Non siamo tutte uguali. Se poi si tratta una Audi R8, beh, qualcuna potrebbe anche commuoversi – ogni riferimento personale è puramente casuale. Partiamo dal presupposto che, come afferma il pianista francese Claude Kahn:
“Nessuno più degli automobilisti ha bisogno di sentirsi ricordare l’esistenza del destino.”
(Claude Kahn)
Questo solo per dare una connotazione di attenzione, e coscienza, a tutti i guidatori che pensano di essere Lewis Hamilton sul circuito di Hungaroring, in Ungheria, mentre in realtà si trovano sul lungo mare di Rimini, tanto per intenderci. Consapevolezza e testa sulle spalle sono le prime due cose, indispensabili, per accendere il motore di qualsiasi automobile, poi possiamo metterci a parlare di cavalli, di accelerazione, di sospensioni, di dischi e di tutto il resto. Siate responsabili. Appare chiaro che guardando questo ci si possa lasciare un po’ prendere la mano ma pay attention:

Non serve il piede pesante, non serve nemmeno pensare alla frenata, qui è tutto millimetrico, è arte allo stato puro, una tecnologia straordinaria, leggera, incollata alla strada, un vestito perfetto, un abito molto femminile dalla potenza maschile ma, ragazzi, parliamoci chiaro, con questo giocattolino da 610 CV (449 kW), 3,2 secondi da 0 a 100 km/h, una coppia massima di 560 Nm, non si scherza. “La potenza non è nulla senza il controllo”, come dice la pubblicità Pirelli, ma, in questo caso, potenza e controllo sono proprio sulla stessa linea d’onda. La posizione del motore, come vedete dall’immagine, garantisce una particolare stabilità alla vettura, sia in fase propulsiva che in curva, l’accelerazione è straordinaria, sembra di guidare un jet a propulsione nucleare, senza, però, avere mai la sensazione di essere fuori dai propri limiti. Aggiungiamo il cambio S tronic a 7 rapporti, i cui innesti non interrompono mai la morbidezza della guida né la trazione, ovviamente, integrale quattro. Una potenza illimitata, con una facilità, estrema, nella padronanza del mezzo che, mai, perde di stabilità, garantendo una spinta ed una forza senza eguali. La R8 ti parla, ti consiglia, ti dice cosa fare, è viva sotto i pedali, puoi sentirla. Questo fa di un’automobile un’opera d’arte. Sono di parte? Forse, adoro le Audi, la loro tecnologia, il loro approccio nei confronti del marketing e dello sport; sono vicini ai compratori e sostengono gli sportivi, di qualsiasi disciplina facciano parte, è una grande dimostrazione di stima e rispetto nei confronti di chiunque sappia superare i propri limiti. Con questo modello, beh, i limiti sono, senz’altro superati. Ti senti nella condizione di superare te stesso appena entri nell’abitacolo, appena appoggi le mani sul volante, appena senti quel rombo, colmo di bassi, da apparire, talmente, melodioso da volerlo ascoltare ancora e ancora. Nemmeno Beethoven, solo lei, solo la R8 ha quella musica nel suo cuore pulsante.

Sono stata accompagnata, in questa esperienza senza paragoni, da Andrea Gilardi, grande pilota automobilistico italiano, nato ad Alessandria del 1969, con cui, quanto prima, avremo modo di approfondire vari argomenti settoriali e non. Ho provato il brivido e l’adrenalina di guidare una super-car, di guidarla davvero, di sentirla, proprio come detto poco sopra. Ho sentito la sua voce, ho sentito quella spinta, dal sapore mitologico, che ti sa regalare appena schiacci sull’acceleratore. Commovente, ve lo assicuro.

Non è da tutti, non è per tutti, è uno di quei vestiti che va indossato nella giusta occasione, con i giusti mezzi e con un’adeguata concentrazione ma quando gli astri si allineano, beh, ti senti davvero come Dominic Toretto in Fast and Furious:
“Dominic Toretto: Vivo la mia vita un quarto di miglio alla volta. Non mi importa di nient’altro… per quei dieci secondi io… sono libero.”
(Fast and Furious, Vin Diesel, 2001)
Libero, anzi libera, libera nella mente, libera nel corpo. L’automobile sa bene quello che deve fare, tu devi solo saperla ascoltare, saperla capire, interpretare il suo ruggito e andarle dietro. Questa è una vettura con la quale non avrai mai nessuna discussione, non si litiga con la R8, ci si rilassa, si assapora la libertà e la vita. Un’essenza, essenziale che rilascia serotonina. Per chi può permettersela, e soprattutto ha la testa per non correre pericoli inutili, è un gioiellino inestimabile, per gli altri è un’attrazione, una calamita, un sogno. Sognare è bellissimo, l’ho immaginata tante volte, mi sono vista su quel sedile e ho avuto la fortuna di poterci stare davvero, assieme alla persona giusta, con i consigli perfetti per rendere, una semplice prova, il capolavoro che avevo in mente.

Con questo, ci tengo a dire, a tutti voi, di non desistere mai, se avete dei sogni andategli incontro, nella maniera giusta, con la mente lucida, prima o poi ci sarà spazio per tutti. Io, nel frattempo, questo sfizio sono riuscita a togliermelo e chissà cosa potrà riservare il futuro. Si guarda sempre avanti, anche quando siamo al volante, mi raccomando.
Arianna Forni
