“Amico è parola usuale, ma raro è un amico fedele.”
(Fedro, libro III, “Favole”)
Arte e amicizia sono due termini molto vicini tra loro ma, purtroppo, l’amicizia, vera e sincera, è un valore che sta, sempre di più, decadendo negli inferi degli interessi personali, dei favoritismi, della ricerca di quell’amico che possa dare una spinta verso il successo. Abbiamo perso il senso di amicizia incondizionata, di affetto e partecipazione. Le persone non sono più disposte ad aiutare un amico, ad essere presenti nel bisogno, a consolare le lacrime e a gioire di una risata. La fedeltà, in amicizia, beh, si è persa ai tempi di Giuda Iscariota, da lì in poi la chimera dell’affetto fraterno ha lasciato il posto all’effetto utile del rapporto amicale, influente in ambito professionale. La spintarella per ottenere un successo, per avere il proprio angolo di notorietà, al giorno d’oggi, vale di più di un abbraccio sincero.
“Credere che l’amicizia esista è come credere che i mobili abbiano un’anima.”
(Marcel Proust)
In effetti, qualche mobile, in cinematografia, ha un anima ma, come dice Vasco, nella canzone “Un senso”, del 2004, “un senso non ce l’ha”:
“Sai che cosa penso
Che se non ha un senso
Domani arriverà…
Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento
Non basta mai il tempo
Domani è un altro giorno arriverà…”

Si spera sempre di trovare quel senso costante, continuativo, coinvolgente utile ad avere accanto persone che guardino nella tua stessa direzione e con te si vogliano prodigare per darti un minimo di soddisfazione e di appoggio, soprattutto nelle difficoltà ma:
“È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.”
(Eschilo)
Già, ognuno cerca il proprio successo personale e guarda con astio chi, per bravura o per meccanismi clientelari, ce l’ha fatta, ha raggiunto una meta importante. Si tende a denigrare chi ci è riuscito, il motivo per cui si tiene questo comportamento può, anche, essere comprensibile, si cerca di tutelare il proprio spirito giustificandosi. Le giustificazioni, però, sono il modo migliore per rimanere fermi al palo, inchiodati a terra, incapaci di muoversi. Al contrario, l’ammirazione verso i successi di un amico dovrebbero farci credere di avere delle chance, che esista un posto, uno spazio, anche per noi. Da soli è impossibile andare avanti ma l’amicizia non è amore, è rarissimo che sia incondizionata, soprattutto nell’età di mezzo. Solo i bambini sanno essere amici, nel bene e nel male, gli adulti, la maggioranza, sono meschini, sono arrivisti, sono spregiudicati, proprio questi ultimi hanno rovinato il nostro mondo, riempiendo le strade di squali affamati. L’amicizia è così bella. Ce lo ha insegnato anche un telefilm che ha fatto storia “Friends”:

Eppure il discorso è sempre quello, Fedro ne era convinto, aveva ragione, già ai suoi tempi era così, figuriamoci oggi. Oggi, dove un abito fa la differenza, dove una posizione lavorativa riesce a determinare un rispettoso riconoscimento sociale, dove la presenza alle feste vale di più dei valori e del rispetto, dove non esiste più il senso del sentimento, dove sono rare, rarissime, le circostanze di bene e di benessere comune, che accomuna, che concede, che perdona, che guarda con ammirazione la felicità altrui, sa piangere, sa commuovere, sa esserci, non solo fisicamente, soprattutto, psicologicamente. Gli amici, un bene raro, se ne avete uno tenetevelo stretto, saprà tenervi la mano e rallegrarsi con voi di qualsiasi cosa, delle vostre passioni, dei vostri desideri, delle vostre debolezze, saprà sorridere, anche, dei vostri difetti, senza chiedervi mai niente in cambio, solo la vostra presenza.
“Dell’amico è comune il nome, ma rara la fedeltà.”
(Fedro)

Un abbraccio, ecco il simbolo di una vera amicizia, un abbraccio incondizionato, senza secondi fini, senza pensieri, senza malizia, un abbraccio tra due persone che sanno volersi bene e partecipare emotivamente alle sensazioni dell’altro, con determinazione, con costanza, con partecipazione emotiva e sentimentale. Non è amore, è amicizia, un bene inestimabile che vale quanto un tesoro, proprio come nel film, del 1981, “Chi trova un amico trova un tesoro”, di Sergio Corbucci, con Bud Spencer e Terence Hill. “Non c’è cattivo più cattivo di un buono quando diventa cattivo!” (Charlie, interpretato da Bud Spencer). Infondo, si spera sempre di non dover diventare cattivi, questa frase, però, è molto significativa, soprattutto se riferita a quel senso di protezione che bisognerebbe avere nei confronti delle persone a cui si vuol bene, agli amici, quelli veri, s’intende. Picasso dipinge un abbraccio, nel suo periodo africano, un abbraccio capace di raccontare un’amicizia profonda e sincera, una di quelle che si trovano solo una volta nella vita. Non è facile trovare un’emozione pura, sensibile e positiva, all’interno delle opere di Pablo Picasso, era un fautore delle emozioni pesanti, della crudezza della vita, in questo caso abbiamo l’occasione di guardare un lato più intimo di questo grande artista. Tutti hanno bisogno di amici, anche lui, da quest’opera si percepisce il desiderio di contatto amicale, di consolazione. Non conosco nessuno che non abbia, mai, bisogno di essere consolato, capito, coinvolto al punto da scacciare i cattivi pensieri per far riemergere la positività umana che spinge ogni individuo a trovare la propria strada, la propria speranza. Credo che l’amore guarisca ogni male, credo che affrontare, insieme a qualcuno di importante, la strada della nostra vita, sia l’unico modo per non perdere la rotta e mantenere saldo il proprio equilibrio. Da soli è facile perdersi, ritrovare la strada è cosa ardua, è difficile, troppo difficile, alle volte impossibile. Il passo tra l’oblio, l’alienazione e la totale insoddisfazione è molto breve, si può evitarlo, grazie all’aiuto di chi ci vuole bene. Gli amici, anche l’amore, anche la famiglia; rientrano tutti in un concetto unico: il benessere. Una comfort zone capace di farci stare bene anche quando le cose sembrano andare male. Noi siamo umani, animali sociali, animali sentimentali, animali con un cervello sviluppato che va nutrito, giorno dopo giorno, per non perdere la via e, soprattutto, per non perdere la capacità di comprendere cosa siano le cose importanti rispetto a quelle futili, inutili, pessime. Stiamo vicino a chi ci vuol bene ma diamo la mano a una persona sola, è quella che ci scalderà il cuore per il resto dei nostri giorni, è quella per cui saremo sempre i più belli, i più bravi, i più importanti, qualsiasi sia la nostra posizione sociale, il nostro lavoro, le nostre conoscenze, le nostre finte amicizie interessate e d’interesse. Siamo uomini, non bestie, gli uomini ragionano e dovrebbe ascoltare il proprio cuore e il proprio istinto. La crudezza del business è altro, conta, ma non è la sola cosa importante.
“E ama, ma veramente, gli uomini coi quali il destino ti ha unito.”
(Marco Aurelio)

Gli amici sono pochi, li conti sulle dita di una mano, forse meno, l’amore è uno solo e deve rimanere tale, le frivolezze lasciamole a “Color che son sospesi” nel Limbo del Canto II dell’Inferno di Dante, noi rimaniamo saldi ai nostri valori, rimaniamo in silenzio:
“Il silenzio prudente e cauto è il santuario della saggezza.”
(Baltasar Garciàn y Morales, 1601-1658, da “Oracolo manuale e arte di prudenza”)
Arianna Forni
Bell’articolo Arianna…..un amico donna o uomo che sia , ce lo dobbiamo tenere stretto….
Sii educato con tutti, socievole con molti, intimo con pochi, AMICO DI UNO SOLTANTO, nemico con nessuno.
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