Passione, ambizione, cultura, studio, umiltà, mai un attimo di tregua, il sogno è lì, si vede, si può quasi toccare, bisogna impegnarsi, sfruttate il proprio talento e la propria voglia di non mollare mai. Giovanni Trapani assomma tutte queste caratteristiche. Lui, ha sempre saputo cosa fosse nelle sue corde e non ha mai desistito, anzi, persevera e ci riesce, per davvero. Negli anni gli impegni sono aumentati, le competenze si sono fatte sempre più approfondite, eppure, come tutti i veri artisti, non ha ancora smesso di sognare, guarda avanti con entusiasmo, con gli occhi di un bambino che, in quelle sei corde, riesce a vedere sé stesso. Con la sua chitarra, quel suono tra le dita, quella musica continua, riverbera nell’atmosfera, si riflette nel suo cuore e nella gioia di avere sempre la stessa, immancabile, voglia di migliorarsi, di fare di più. Quella è la gioia con cui ha girato il mondo, per davvero, con la chitarra in mano, sì, per studiare, studiare ancora. La cultura è questo, è sapere di non sapere anche quando, agli occhi degli altri, appari come un fenomeno, un talento, un mago, un punto di riferimento. Crescere, restare con i piedi per terra, progredire, fare grandi cose, per sé e per gli altri, dipende dal grado di sacrificio che si è disposti a raggiungere, dipende dalla propria passione e lui ne è un esempio, per i suoi allievi, per tutti. L’Arte di sapere di essere Arte, nella convinzione di potersi superare, ancora e ancora, di volerlo fare, e basta. Come? Ancora una volta studiando; una parola che in pochi apprezzano, la maggioranza la rifiuta. I giovani sfuggono dalle proprie responsabilità, dalla fatica per raggiungere un obiettivo, non hanno ancora capito quanto possa essere grande la soddisfazione di sentirsi “grandi” nella propria umiltà.
Questa storia ha tanto da insegnare, avviciniamo il nostro orecchio e troviamo, anche noi, le nostre corde. Potremo, davvero, essere un mondo più felice.
1. Raccontaci un po’ di te, da dove nasce la tua passione? A quanti anni hai iniziato? Come l’hai sviluppata, i tuoi studi e i tuoi mentori: Ho iniziato a suonare la chitarra a circa quindici anni, quando mia sorella più piccola decise di non voler continuare un corso a cui era iscritta.
Nello stesso periodo avevo incominciato ad ascoltare Deep Purple, Queen, Metallica, per cui presi la chitarra di mia sorella e terminai il corso prendendo le prime lezioni.
Poi durante il liceo decisi di voler solo suonare la chitarra, non potevo fare a meno di suonarla per ore ed ore, per fortuna i miei genitori mi hanno supportato, per cui iniziai a prendere lezioni prima con il Maestro Santaniello, poi Fabio Mariani, che al tempo era uno dei chitarristi jazz più quotati.
Dopo un po’ di tempo decisi di abbandonare la Sardegna per iscrivermi al Prins Claus Modern Conservatorium di Gronigen in Olanda, ma poco dopo rientrai in Italia e iniziai a frequentare l’accademia Lizard di Fiesole a Firenze, dove mi sono diplomato con il massimo dei voti, seguendo anche masterclass esterne di chitarristi del calibro di Steve Vai, Scott Henderson, Frank Gambale e tanti altri.
2. Quali sono, attualmente, le tue collaborazioni e i tuoi sponsor? Attualmente sono Eko ambassador, poi collaboro con la Tefi Vintage Lab e La Fx Case, due aziende italiane, che costruiscono in maniera artigianale pedali e effetti per chitarra. La cosa di cui sono più felice, è aver creato il canale Guitar Tube di cui sono il tester e uno dei fondatori.
3. Hai una scuola di musica? Insegni al Conservatorio? La mia scuola è la MusikLab Academy, una associazione culturale che lavora sul territorio a San Teodoro e cerca di dare a tutti l’opportunità di avvicinarsi alla musica. Poi insegno chitarra moderna nelle scuole civiche di Tempio, Siniscola, Olbia. In più organizzo periodicamente delle Mastercalss ( Shape Your Sound) dove spiego come utilizzare al meglio tutta la strumentazione del chitarrista sia live che in studio.
4. Il tuo più grande successo musicale a livello personale? Il tour fatto con i Kenze Neke nel 2000, grandi palchi e tantissimi fans ad ogni data.
5. Sei mai stato contattato dall’estero per collaborazioni e/o concerti? A Cape Town in Sud Africa ho registrato le chitarre in un paio di brani di Audio Flux, album degli Iridium Project, l’anno successivo il loro singolo Show my love (chitarre registrate da me), arriva nelle prime posizioni della classifica Sud Africana.
6. Non hai mai pensato di incidere tuoi pezzi? Ci sto lavorando.
7. Pensi che la chitarra sia uno strumento facilmente avvicinabile da un pubblico giovane e adulto? Tutti possono permettersi una chitarra, per iniziare servono pochi euro e tanta voglia di imparare.
8. Che difficoltà daresti a questo strumento? Dipende dal grado di preparazione e conoscenza che vuoi raggiungere.
9. Cosa pensi della chitarra acustica rispetto alla chitarra elettrica? Le adoro entrambe, infatti ho anche una bellissima acustica Martin D 28.
10. Stiamo vivendo un ritorno al passato, sempre più artisti, come te, sviluppano la loro arte sfruttando la candida e armoniosa bellezza degli strumenti classici, secondo te qual è la ragione principale? La musica è fatta di cicli che si alternano al presente.
11. Cosa pensi dei 2Cellos, di David Garret e di Davide Locatelli, attualmente mostri sacri degli strumenti classici? Grandi musicisti che combinano benissimo il classico con generi contemporanei come pop ed elettronica.
12. Quali sono le tue ambizioni musicali? Continuare a suonare e divertirmi il più a lungo possibile.
13. Vorremmo vederti in concerto, è possibile? Sì, dal 12 Giugno saremo in tour in Sardegna io e Cedric Vandenschrik (cantante Sud Africano) con il nostro duo Acoustic Waves.
14. Raccontaci una tua giornata tipo: Colazione al volo, un’ora di sport, poi subito a studiare, pranzo veloce e scappo a fare lezione in una delle scuole dove insegno, al rientro un po’ di relax, ma molte volte mi metto a studiare di nuovo.
15. Cosa pensi dell’arte, della cultura, inserite nella società moderna? Penso che si debba fare di più, sopratutto in Italia.
16. Credi si possa tornare ai grandi spettacoli strumentali di una volta?
Purtroppo anche la musica è toccata dalla crisi per cui organizzare grossi eventi è sempre un rischio, e poi bisogna riabituare la gente alla musica strumentale.
Arianna Forni