Perfezione e imperfezione dell’essere e dell’essenza umana. Ricerca filosofica e scientifica; percezione, sentimento e reazione, il condimento perfetto di un linguaggio nuovo capace di raccontare ciò che siamo, ciò che siamo stati e ciò che saremo. L’abilità pittorica di Paolo, unita alla sua grande conoscenza anatomica, rendono possibile la realizzazione di opere dalla potenza iconica straordinaria. Il corpo umano, nei suoi quadri, assume l’immagine della potenza, dell’errore risolto, di un movimento continuo nell’atto del vivere quotidiano, del divenire, della costruzione e della, conseguente, distruzione. La sua arte è, come noi, precisione imprecisa nella distorsione di corpi in costante cambiamento.

1. Quando sei nato e dove? Da dove nasce la tua espressione artistica?

A Taranto il 27/3/’72. La fonte è un soggetto della mia ricerca, posso dire con certezza che nasco nella capitale della Magna Grecia e dei gas velenosi e che la mia formazione è avvenuta nel paese con la più alta concentrazione di arte al mondo.


2. Chi sono i tuoi maestri e le tue fonti di ispirazione e cosa prendi da ognuno di loro?

Prendo il senso e la bellezza. Da Bacon, Caravaggio, Michelangelo, Prassitele, Phil Hale, Chris Cunningam, Jonathan Glazer, Hitchcock me stesso e la mia storia e altri infiniti riferimenti.


3. In generale cosa pensi degli artisti di oggi e del mondo dell’arte contemporanea?

Credo che l’espressione artistica sia un percorso che si può valutare solo all’arrivo, nel frattempo bisogna monitorarlo e incoraggiarlo per non sopravvalutare le promesse finendo per fare solo speculazione. Il tempo è verità.


4. Qual è il tuo linguaggio? Cosa vuoi raccontare?

La pittura, perché unica e irripetibile per me e per gli altri. Racconto l’uomo come icona filosofica e soggetto scientifico con tutte le sue discordanti reazioni agli agenti esterni e interni.


5. Da dove si sviluppa il tuo processo cognitivo legato all’essere umano in quanto anima e corpo? 

Dal far parte in prima persona del soggetto di studio.


6. Essere un artista, oggi, non è tra le scelte più semplici: cosa provi nell’atto realizzativo e nell’osservazione delle tue opere?

È un mondo che chiede costantemente, se si riesce ad abbassare il frastuono del mercato, della preoccupazione del volersi affermare, dell’insicurezza ancestrale e del cellulare, si riesce a lavorare e quando si finisce, quello che rimane è più vero, unico e bello.


7. Cosa significa Arte? Cosa significa Fare Arte? Cosa significa Osservare l’Arte?

Significa io. Essere se stessi. Essere attraverso altri.


8. Chi è stato il tuo maggior sostenitore/trice e chi, invece, ha cercato di farti desistere?

Lavoro come artista indipendente da dieci anni circa, le mie mostre, il successo che ne è derivato e il ritorno economico che mi permette di lavorare in libertà derivano da una serie di amici/mecenati che amano partecipare al mio percorso andando oltre il meccanismo del “striscio la carta in galleria e mi faccio consegnare l’opera”. Cerco di organizzare sempre e solo mostre aperte al pubblico in spazi pubblici. Ringrazio principalmente, al di fuori del mecenatismo, mia madre e Giancarlo Pedrazzini per avermi fatto vedere chi sono e cosa potevo raggiungere. Non ricordo i bastoni capitati fra le mie ruote, dopo un suono sordo si sono volatilizzati in pezzi. Unico vero nemico quotidiano è l’approccio delle istituzioni al sistema arte.


9. Se potessi guardare nel tuo futuro cosa riusciresti e vorresti vedere?

Vivo costantemente l’attimo in cui il futuro diventa presente e poi si solidifica nel passato, quindi, a parte la gestione della mia famiglia e la formazione dei miei figli, non pianifico nulla e non mi interessa visualizzare inutilmente cose lontane in avanti nel tempo se non per divertimento.


10. Progetti a breve termine?

Aspetto che uno storico e prestigioso spazio espositivo Milanese mi riconfermi una mostra saltata per C-19 e nel frattempo preparo, per Palazzo Nicolaci a Noto, una grande personale maggio-settembre 2021, anch’essa saltata quest’anno per la Pandemia. L’estero per ora non esiste più ahimè. Ho progetti fermi in Svezia e Fancia.


11. Il tuo ricordo più bello legato al mondo dell’arte?

Il ricordo della mia infanzia, di mia madre che mi metteva fogli di carta da macellaio a terra insieme a un gruppetto di pennarelli e a un Santino da riprodurre e di mio padre che ne approfittava chiedendomi tavole anatomiche su lucido per i congressi di medicina ai quali partecipava. Gesti di pura arte.

La purezza dell’arte è l’arte stessa.

Dott.sa Arianna Forni

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