“Sii sempre pronto a dire ciò che pensi, e il vile ti scanserà.”
[Always be ready to speak your mind, and a base man will avoid you].
(William Blake, Proverbi infernali, in Il matrimonio del Cielo e dell’Inferno, 1790)
Esiste una netta differenza tra sentire e ascoltare, l’esatta differenza che esiste e persiste tra dire e parlare. Chi dice vuole essere ascoltato, a chi parla basta essere sentito, anche lontanamente. Un sentimento emozionale profondo, difficile da accettare, a volte anche da comprendere. Chi dice sà di avere qualcosa da comunicare, attraverso un linguaggio scelto, prescelto; chi dice lo fa in modo premeditato e ha l’incrollabile necessità di arrivare all’anima di coloro che, a quel punto, avranno voglia di ascoltare. Chi parla lo fa, spesso, per riempire un vuoto imbarazzante, per rendersi simpatico; chi parla non ha un messaggio importante, vuole solo essere il centro dell’attenzione, poco importa se nessuno sta prestando attenzione, sarà sufficiente essere la voce a colmare quel silenzio imbarazzante. Chi dice non ha bisogno di tante parole, può farlo attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione, per mezzo di un’opera d’arte, di uno scatto, di un silenzio o di qualche parola “detta” bene, alle persone giuste, quelle, appunto, in grando di ascoltare, di assimilare, di leggere tra le righe, di guardare oltre, di vedere ogni sfumatura di quel messaggio più o meno celato. Non nasconderti dietro un dito, lo sai anche tu, sai bene di parlare tanto e dire poco, sai di avere argomentazioni fittizie, copioni preparati per ogni occasione; poi, però, ti capita di avere la necessità di dire qualcosa di importante, a quel punto, fondamentale, sarà la scelta dell’interlocutore giusto, perfetto. Quell’unico individuo che avrà l’acume e la voglia di ascoltarti, di sentire le vibrazioni della tua amina mentre parli e mentre non lo fai, anche quei silenzi sanno dire molte cose, forse più delle parole stesse.
“Prima di parlare domandati se ciò che dirai corrisponde a verità, se non provoca male a qualcuno, se è utile, ed infine se vale la pena turbare il silenzio per ciò che vuoi dire.”
Buddha

La scelta di cosa dire e cosa non dire è una tra le più difficili al mondo, tanto quanto risulta più facile essere accondiscentente rispetto a negare e abnegare desideri e necessità. In definitiva, è più facile dire di sì, non controllarsi, abbandonarsi per mettersi nella posizione di essere alla mercè delle critiche e dei giudizi altrui, della gente meschina, alla porta ad aspettare un tuo errore, una tua esposizione troppo plateale sulla quale sparare a zero, nel tentativo di aumentare la loro infima autostima. Non farti problemi, cerca sempre di dire ma fallo con le persone adatte, fallo se credi di trovarti di fronte a chi è e sarà in grado di custodire quel sentimento espresso, o inespresso, in un dato momento. Non dire niente che possa essere usato contro di te a meno che tu non sappia, con ragionevole certezza, di essere nelle mani di una persona fidata. Solo quella merita di averti, nel toto dei tuoi pensieri, nell’unicum della tua anima, nell’insieme della persona che sei, background compreso.
“Se tu hai una mela e io ho una mela e ci scambiamo le nostre mele allora tu ed io avremo ancora una mela a testa. Ma se tu hai un’idea e io ho un’idea e ci scambiamo queste idee; allora ciascuno di noi avrà due idee.”
(George Bernard Shaw)

Unire le forze significa aumentare le proprie skills, accrescere le proprie competenze, avere più cose da dire, sulle quali confrontarsi. Ricorda di ricordare sempre ogni singola cosa ti venga detta, non le parole, quelle non contano, se qualcuno ti parla tanto per farlo puoi anche non prestare attenzione, dimenticare nell’istante in cui senti un suono in sottofondo, ma se qualcuno ti sta dicendo qualcosa, beh, allora hai l’obbligo di ricordare, hai il dovere di sapere il perché di quella conversazione, il dove avviene il discorso, dove troverò il suo sfogo, quando sta avvenendo, come avrà la sua chance di enunciazione e soluzione. Questa è la base di una buona comunicazione, nel complesso del significato del termine. Non è ridondante, non lo sarà mai. Eppure, si tratta dell’unica via d’uscita per l’ideazione di un proprio personale linguaggio.
“Il linguaggio è stato lavorato dagli uomini per intendersi tra loro, non per ingannarsi a vicenda.”
Alessandro Manzoni

L’inganno è sempre dietro l’angolo, la persuasione e il condizionamento sono parte essenziale in qualsiasi settore, non si può scappare ma si può impare a riconoscerlo e a difendersi. Sarebbe semplicistico dire che “ingannare non è corretto”, tanto quanto non sono corrette un milione di altre cose che giustifichiamo quotidianamente tacciandole come normali. Non essere ipocrita, piuttosto cerca di capire se vuoi essere ingannato, turlupinato o adescato, da chi e perché, oppure se vuoi farlo con qualcuno. Assicurati che quelle parole dette abbiano un senso elevato, altrimenti lascia perdere, faresti la figura dell’idiota e chi ha, davvero, qualcosa da dire non può essere un idiota. Forse ti sei risposto da solo. Ti senti idiota oppure credi di avere un tuo vissuto personale sufficientemente nutrito da poter costruire le tue argomentazioni su basi forti, definite, convincenti e, perché no, anche persuasive? Non sono io a doverti rispondere, infine: fatti una domanda e datti una risposta e sulla base di quello che avrai il coraggio di dirti avrai il primo mattone su cui costruire il tuo modo di “dire”, la tua stoica essenza dell’essere.
Siamo animali sociali, abbiamo bisogno di interagire con il mondo attorno a noi, abbiamo bisogno di farci notare, di essere considerati ma saranno pochissime quelle anime dalle quali avremo bisogno di carpire energia, motivazione, voglia di costruire e proseguire lungo un cammino, delineato ma incerto.
“Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.”
William Shakespeare
“Credo che solo una cosa renda impossibile la realizzazione di un sogno: la paura di fallire!”
Paulo Coelho
Sognare ci permette di leggere i nostri veri sentimenti, le nostre emozioni e le inclinazioni che fanno parte del nostro insieme. Siamo fatti di sogni e siamo fatti delle cose che abbiamo da dire a riguardo. In definitiva, da dire abbiamo moltissimo, sono, purtroppo, pochissime le persone disposte ad ascoltare e, allora, riduci te stesso in parole finché non avrai l’occasione di trovare quel contesto, perfetto, in cui anche un solo sguardo potrà dire tutto quello di cui hai bisogno.
Dott.sa Arianna Forni
(immagine di copertina: opera di Giuseppe Marani)