“Siamo qui, pieni di guai
A nascondere quello che sei dentro quello che hai
Ma com’è, ma cos’è, ma dov’è?”
(Vasco Rossi, “Siamo qui”, 2021)

Abitudini, sei avvinghiato nelle tue solite, noiose abitudini; sei governato dallo scandire del tempo che accompagna le tue giornate, non c’è secondo in cui tu non sappia già cosa dovrai fare, dove e con chi. Sei condizionato dallo status sociale in cui sei riuscito ad inserirti, lo siamo tutti, il punto è che nemmeno tu puoi sapere se fai parte, davvero, di quella casta oppure, in modo del tutto naturale o casuale, ci sei finito dentro, ti stai chiedendo ancora come sia stato possibile, in definitiva ora devi restarci dentro perché è lì che ti riconoscono, altrove saresti niente. Cerchi di provocare reazioni, negli altri, cerchi di guardarli negli occhi, di far parlare di te e di fare in modo che parlino con te, lanci frecciatine, giochi la sottile e meschina carta della calunnia e poi sotterri l’ascia oppure nascondi la mano. Qualcuno ti ha sentito, ti ha visto, ha scoperto a che gioco stai giocando e non gli va bene perché è lui a voler andare oltre, vuole superarti, vuole fare carriera, vuole vincere e tu sei un fastidio, un ostacolo e l’incombenza dell’abitudine ordinaria e quotidiana di doversi, sempre, confrontare con qualcuno. La competizione non fa per tutti, soprattutto non fa per quelli abituati a vincere.

“E quando non lo sai neanche perché lo fai
Ti basta piangere oppure ridere
E quando non si può, quando ti dico no
Ti vuoi nascondere, ti vuoi proteggere
” (Vasco Rossi, “Siamo qui”, 2021)

Non sai nemmeno perché ti comporti in un determinato modo, non sai cosa ti spinga a voler primeggiare e non sai nemmeno perché la tua abitudine sia diventata parte dei cliché di quello status ma sono domande che preferisci non farti. Ormai sei lì, devi sopravvivere e vivere, devi andare avanti con l’orgoglio di essere proprio chi gli altri stanno guardando, il tuo specchio saprà svelarti chi sei veramente ma resterà un piccolo segreto conservato dal tuo IO interiore. L’ambivalenza dell’essere è una cosa meravigliosa. Quella compresenza di emozioni positive e negative ti aiuta a non mollare mai la presa sui tuoi obiettivi; sei umano e agisci come tale, sbagli, troppo spesso forse, nell’errore trovi la soluzione ai tuoi problemi e ti prepari al tuo futuro. Sei una costante in divenire, come tutti.

Siamo qui, poveri eroi
A difendere quello che poi non dipende da noi
Ma lo sai, ma lo sai”
(Vasco Rossi, “Siamo qui”, 2021)

Art Events Mazzoleni

Sei un eroe moderno, un grande, immenso e povero eroe moderno; non stiamo parlando di denaro, il portafoglio non è indicativo di eroismo, né se troppo pieno né se troppo vuoto, i possedimenti sono solo la facciata, più o meno imbellettata, di ciò che gli altri vedono di te, non è l’indicatore principale di uno spirito vivo e assertivo, anzi. Sei un semplice eroe pronto a difendere il proprio mondo da qualcosa di troppo grande per essere, a tutti gli effetti, controllato. Non dipende da te ma dal concept dell’opera in cui stai vivendo. Dipende solo dalla tua vita. Essere un eroe non significa comparire sulla prima pagina dei giornali, non significa avere plauso sui social, non significa avere folle di ragazzini urlanti ad acclamare il tuo nome, non significa nemmeno camminare a tre spanne da terra. Essere un eroe significa aver trovato il proprio personale equilibrio nell’arte di saper vivere senza farsi mancare niente ma nel costante rispetto del mondo circostante, regole comprese. La povertà, dell’eroe, è la stessa “Solitudine dei Numeri Primi” (Paolo Giordano, 2008): “I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per sé stessi. Se ne stanno al loro posto nell’infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari”, unicità e isolamento provocano sensazione di inadeguatezza eppure, da eroe, sai, perfettamente, di non essere il solo Numero Primo sulla faccia della Terra, la tua abitudine, sebbene unica, non sarà mai univoca. La capacità di essere eroico sta anche nella soluzione di quel problema sottolineato da Paolo Giordano, proprio in questo libro che ha fatto la storia della letteratura contemporanea: “Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante.” Appunto: cerca di fare le scelte giuste, eroiche sì, ma giuste, gli errori sono contemplati ma non riferiti al rispetto per le cose fondamentali: se bisogna fronteggiare una guerra, ad esempio, bisogna essere soldati diligenti pronti a mettere da parte, per un attimo, il proprio ego per accondiscendere alle necessità dell’esercito, un atto che ti pone, di diritto, nell’elenco degli eroi, poveri ma eroici.

“Create” opera di Idem (alias Stefano Torti), fotografia ad opera di Claudio Cavalli

“Tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero.”

Non farti scoraggiare, anzi, esistono tanti eroi come te, sicuramente ne esiste uno a te complementare, trovalo, saprai risolvere l’equazione utile ad eludere l’ostacolo che ancora vi separa. Non è detto tu possa trovare piacevole compagnia, non lo saprai mai, fino a prova contraria.

Dott.sa Arianna Forni

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