“La prima qualità dell’Arte è l’illusione.” (Gustave Flaubert)
Dato per scontato che questa illusione faccia parte dell’Arte, beh, significa che siamo tutti artisti, di conseguenza, anche tu sei effimero quanto la fatuità del concetto di tempo, contemporaneo e non, condiviso dall’intero Pianeta. Complicato, dici? Se ti fermi un attimo sono certa avrai modo di comprenderne i confini. L’artista crea un soggetto, qualsiasi esso sia, non ci interessa, quel soggetto può avere caratteristiche delineate, può, altresì, apparire come un sillogismo o nascondersi in una caverna insieme a Platone, il risultato non cambia: a te piace illuderti nell’atto di osservazione e percezione di ciò che permea il tuo spazio vitale. A tutti piacciono le visioni allettanti, anche qualora non siano, propriamente, reali; d’altra parte nulla è più concreto del tangibile, sul piano mentale e psicologico. In pratica ti manipoli da solo, non ne sarai consapevole ma sei vittima della tua maestria. Quello che ti colpisce, ciò che è davvero capace di affascinarti fin nel profondo viscerale della tua anima, è qualcosa abile nell’illuderti di poter essere qualcosa che non sei, oppure ti spinge a credere di poterti modificare fino al raggiungimento della tua agognata meta. Resti un illuso con il desiderio di vivere una realtà diversa dalla tua, attuale; sei umano, è normale. Allora diamo una definizione di “illusione” che sappia essere comprensibile dall’Io bambino vivo dentro il nostro stomaco e dietro la cornea; l’illusione e l’illudersi è uno status in grado di provocare il rilascio di serotonina, ma, e qui viene il dilemma, bisogna fare attenzione all’utopia di ciò che oggi ti illude, mentre sorridi, perché domani potrebbe farti piangere, rivelando il suo vero volto: da illusione a inganno. In questo punto ci starebbe bene una colonna sonora da thriller prepotente ma accontentatevi de “La zattera della Medusa”, credo renda perfettamente l’idea.

In questo caso l’illusione risiede nella speranza dei vivi di rimanere tali, l’inganno si cela dietro la cruda e cruenta verità di essere addossati a corpi senza vita in mezzo a un mare in tempesta, avvinghiati alla vana speranza di “quiete dopo la tempesta”. Scegliere se lasciarti illudere, ingannare o semplicemente guardare con razionalità la situazione in cui stai vivendo, beh, non dipende certo dalla filosofia ma dal tuo, più o meno, avanzato stato di astinenza da serotonina. Detto francamente, non è un male voler stare bene (non ridere per l’affermazione lapalissiana), non è negativo nemmeno cercare degli escamotage per stare meglio ma, suvvia, sei sufficientemente preparato e professionale per poterti controllare in base alle circostanze. Datti delle risposte ma se non ti dovessero piacere, di grazia, non cambiare le domande, altrimenti starai solo facendo il gioco della tua follia, ovvero: illuderti, secernere serotonina, schiuderti alla cruda realtà, mostrarti l’inganno e convincerti di essere il solito cretino che continua, imperterrito, a commettere sempre gli stessi errori. Il genere umano non impara mai niente, sbaglia sempre e sbaglia sempre le stesse cose, nello stesso modo, giungendo a conclusioni simili per poi ripromettersi di non “farlo più” e, immancabilmente, cadere di nuovo nella meschina trappola della vita. Meno male si tratta di “male comune”, almeno non dovrai concentrarti troppo per trovare una giustificazione credibile.

Non esiste niente di più illusorio della creazione spazialista; la tela resta una tela ma i tuoi occhi, grazie ai tagli di Fontana ad esempio, saranno in grado di andare oltre il tangibile, vedere qualcosa di diverso, lontano dalla cornice in cui sei immerso. Ecco, appunto, l’illusione ti permette di cambiare punto di vista, osservare il mondo dall’alto, guardare le cose per come vorresti che fossero, o diventassero; concetto simile allo Specchio delle Brame potteriano. D’altra parte siamo tutti Arte, siamo tutti personaggi illusori e abbiamo reso l’illusione una grande inflazione moderna e, se davvero viviamo in un contemporaneo così inflativo, anche tu ne fai parte. Il sillogismo torna sempre, la sola cosa che ci manca, a volte, è la prima luce fuori dalla caverna, quella non è illusoria, quindi potrebbe non riuscire a scatenare una cospicua produzione di serotonina istantanea ma, alla lunga, può portarti a stare bene. Morale: illuditi, se ne sei consapevole e sai controllarne le conseguenze, non ingannarti, per l’inganno non c’è cura se non la presa di coscienza catartica del danno che ti sei provocato, da solo.
Si dice che anche la scrittura sia Arte, se così fosse ciò che hai appena letto non è altro che l’ennesimo enfiamento, gonfiato, di parole vane utili a rispondere alla domanda di un consumatore qualsiasi, avido di conoscenza.
Arianna Forni