“Women are so much stronger than man in whatever situation” (Helmut Newton)
Partiamo dal presupposto che io, personalmente, non sia d’accordo con questa affermazione: le donne non sono più forti degli uomini in “qualsiasi situazione”, possono essere più determinate, più perseveranti ma, anche in questo caso, si tratta di psicologia umana e non di totalità, non di distinzione fra generi. Ognuno è differente, la donna, come l’uomo, ha e deve avere delle ambizioni; ognuno le raggiunge, se le raggiunge, seguendo un percorso totalmente soggettivo; ognuno deve saper scegliere la propria via da seguire, il mindset non si può infondere e non si può, per questo, forzarsi, a posteriori, ad essere qualcosa che non si è. L’accettazione di sé stessi viene prima della fama e della gloria. Ci sono cose che si hanno o non si hanno e la “presenza scenica e sociale” è innata, non la si impara (anche perché, va detto, non te la insegna nessuno).
L’argomento è vasto, troppo, ma focalizziamoci su Helmut Newton: il Fotografo, non un artista, non voleva essere chiamato così, lui era solo un fotografo ma, no, non era solo questo. I suoi scatti sono cinema, sono storie, sono narrazioni, rimandi, richiami, sono sempre contemporanei, anche e soprattutto i primi, quelli dei meravigliosi anni ’60, quelli che possiamo solo studiare e osservare da lontano, come posteri ignari e incapaci di comprendere (parlo della maggioranza, ovviamente). Le sue donne sono solo Donne, vere, belle, appartenenti, per ovvie ragioni, ad una determinata classe sociale, con una fisicità particolare, vicina all’icona di bellezza dell’epoca ma, allo stesso tempo, tutte diverse. A Newton non interessano i tuoi kg o il taglio dei tuoi capelli, non gli interessa che tu sia la modella del momento o una semplice donna: a Helmut Newton interessa la tua innata bellezza. Sei donna, solo una cosa è inequivocabilmente certa: le donne sono molto più belle degli uomini “in qualsiasi situazione”. Le donne sono fotografabili, plasmabili, sono morbide e duttili, sono forti e delicate, sono vanitose e sono il motivo per cui esiste la moda. Niente può essere paragonato alla bellezza di quella vanità femminile davanti ad un obiettivo. Niente, nemmeno l’uomo. Abbiamo trovato un elemento chiave nella distinzione tra un sesso e l’altro, abbiamo stabilito che la donna non è inferiore all’uomo, la donna può essere Presidente di Confindustria e, allo stesso tempo, moglie e madre; può essere imprenditore e sognatrice, può essere poeta e razionalità. D’altra parte, bisogna sottolineare, il genere umano è ambivalenza. Tutti possiamo essere tutto: basta volerlo.

Allora, guarda questi due ragazzi, nel momento della seduzione, nel momento della scoperta, della conoscenza, del contatto: chi è più bello dell’altro? Nessuno, forse, o forse sceglierai quello che più si avvicina al tuo, personale, senso di bellezza ma: guardali e basta. Sono perfetti. Osserva le linee prospettiche di questa foto, disegnale con la mente, quadratino dopo quadratino, e cerca di capire quale sia, davvero, il punto focale. No, non è il fianco di lei, non è la sua mano sulla pancia del “ragazzo”, non sono i volti, non è l’autoreggente, non sono le scarpe, non è il seno: è il bacio tra le sigarette. Vedi il fumo? Non credo. Vedi il vizio? Non credo. Vedi l’Amore? Vedi la Passione? Ti sembra necessario che io risponda? Non credo. Sono perfetti. Sono bellissimi perché bellissimo è lo scatto, l’attimo fuggente ritratto e impresso proprio dalla sua macchina fotografica, proprio su quel rullino in cui lo stesso Newton ha scelto tra migliaia di sequenze, imperfette, trovando in questa, così come in tante altre, il pathos. Questo è un film, questo è l’immaginario sensuale e mai sessuale; è bello, attraente, seducente, immaginifico e si rivolge tanto all’uomo quanto alla donna.

Newton ha saputo distinguere il suo mindset proprio nel rispetto verso il soggetto ritratto, nella ricerca dell’armoniosa costruzione dell’attimo immortale che solo lui aveva gli occhi per vedere e la capacità per imprimerlo e lasciarlo a te e a tutti noi. Viviamo in un mondo in cui i corpi vengono bistrattati quotidianamente, in cui lo shock serve a creare attenzione e a far sì che se ne parli; in questo caso è la bellezza a parlare, è l’eleganza naturale di un momento che ora c’è e poi svanisce ma, se osservato bene, è in grado di regalarci una memoria storica fatta di ricordi personali, storia del mondo, evoluzione e ineguagliabile continuità.
Non bisognerebbe mai sollevare la bandiera del proprio genere di appartenenza: siamo tutti uguali, quello che è certo, però, è che nell’uguaglianza c’è sempre qualcuno in grado di distinguersi.
“Gli uomini sono eguali; non la nascita ma la virtù, fa la differenza” (Voltaire)
Arianna Forni
