“Col tono giusto si può dire tutto, col tono sbagliato nulla: l’unica difficoltà consiste nel trovare il tono.” (George Bernard Shaw)

Parliamo di arte come se, la stessa, avesse una sola impostazione, una sola interpretazione, un’imposizione sociale e mediatica univoca, capace, a livello collettivo e culturale, di trasmettere emozioni, in sé e per sé. No, ti sbagli. L’arte è un unicum, un tutt’uno creato dall’uomo in grado di plasmare la tua percezione del mondo, la tua stima nei confronti di te stesso e la, difficilissima, accettazione dei tuoi limiti, della necessità di imparare, ancora e ancora. Dostoevskij aveva ragione, ha ragione: “La bellezza salverà il mondo”, in quella bellezza risiede l’arte, risiede la conoscenza, la determinazione nel possederla, brandirla, renderla parte integrante della nostra anima. Attenzione, però: bellezza non significa apparenza, non significa avere una bella immagine, anzi, è proprio l’opposto. La bellezza risiede nella capacità di calamitare e veicolare un messaggio nel cuore della gente. L’arte ha una sola richiesta da farti: presta attenzione, concentrati, cerca di sforzarti, di comprendere, di interiorizzare; ti potrai trasformare in una creatura meravigliosa, ricca di contenuti, ben più affascinanti rispetto alla bieca apparenza mediatica. Quel fulmine a ciel sereno brilla, per qualche secondo, e poi svanisce, per sempre, la cultura, al contrario, resta, sì, per sempre, e sarà proprio quella a renderti una persona migliore, una bella persona. Lì risiede la bellezza, lì risiede l’eleganza e il rispetto. Credi siano doti innate? Forse, ma hai tutto il tempo che vuoi per approfondire e diventare quell’individuo mitologico che spesso schernisci; lo critichi per incapacità di comprensione, per invidia. Non avresti mai pensato di poter vestire i suoi panni, di poter entrare nel suo contesto elegiaco. Non l’avresti mai immaginato ma sei molto vicino a darti delle risposte. Credo, a questo punto, che Nikola Greku possa trasmettere qualcosa di fondamentale anche a te.

1. Quando sei nato e dove?

Il 4 Gennaio 2002 a Valona in Albania. Sono arrivato in Italia a 3 anni.

2. Come hai deciso di lanciarti nel mondo della comunicazione e perché? Quando hai scoperto di avere una dote “ipnotica” verso il pubblico?

Forse questa mia indole istrionica, così mi piace definirla, è dovuta ad un egocentrismo evidente, una sicurezza nelle mie capacità che deriva da una innata propensione all’apprendimento. Riesco a rubare molto con “l’orecchio”, ascolto e rubo agli altri conoscenze e capacità; sono curioso e attratto dal mondo della comunicazione sociale, prendo tutto quello che posso attingendo da chi, attualmente, ne sa di più. Ogni volta riesco ad accrescere le mie capacità e, di conseguenza, la mia sicurezza. Tutto questo mi è servito anche ad imparare le lingue straniere, la pronuncia, l’intonazione, perfezionare la dizione e la modulazione del tono di voce, le pause durante un discorso, la calma nell’affrontare qualsiasi situazione. La mia capacità comunicativa prende vita da tutto questo, dal mondo che mi circonda; penso di aver trovato la mia strada per portare avanti questa passione, esternata con una confidenza emotiva capace di catalizzare il pubblico. Non si tratta, prettamente, di tecnica ma di emozione interiorizzata ed esternata allo stesso tempo. La mia voce è uno dei primi mezzi attraverso i quali ho scoperto di avere la possibilità di fare una buona comunicazione. L’ho sviluppata molto presto, ero in seconda media, ricordo, piacevolmente, quanto riuscissi a scioccare i professori grazie al mio timbro di voce. Per questa ragione ho deciso di prenderne padronanza, ho studiato da autodidatta. Inizialmente ero affascinato dall’idea di poter sedurre, rendere chiaro e recepibile un messaggio. Il mio percorso mi ha portato ad ispirarmi a tutti gli esponenti più famosi del settore; non ho mai smesso di sperimentare, di darmi obiettivi quotidiani da raggiungere per continuare a migliorare me stesso e le mie competenze. Adoro mettermi alla prova, credo che il modo migliore per imparare sia infangarsi le mani, sporcarsi, sbagliare e apprendere.

Nikola Greku

3. L’attenzione del pubblico, si sa, non va quasi mai oltre gli 8 secondi, tu riesci a convincere sia attraverso un tono di voce direi “unico” sia, soprattutto, grazie a ciò che racconti, ironia e simpatia sono caratteristiche fondamentali ma: da dove arriva tutto questo?

Sul piano schematico del termine ho bene in mente come coinvolgere le persone, sillabando, scandendo la voce, usando un’altalena di emozioni attraverso la quale cerco di introdurre un messaggio partendo da un argomento didattico per poi spostarmi sull’ironia e la seduzione; si crea, così, un viaggio che permette di spostarsi da un luogo all’altro senza rimanere mai sulla stessa linea d’onda, questo serve a mantenere alta l’attenzione. L’essenziale è sorprendere.

4. In generale cosa pensi del mondo di oggi, dei giovani, degli adulti, dell’impostazione socio/culturale e della difficile gestione istituzionale dell’istruzione? 

La scuola italiana, secondo me, per certi versi, guardandola in un’ottica più ampia, non è pessima. In Italia c’è un grandissimo patrimonio culturale, ci viene trasmesso, questo è certo, il problema risiede nel metodo di apprendimento e insegnamento che potrebbe essere migliorato. Il sistema scolastico italiano è tra i più stressanti al mondo, anche se dipende molto dall’attitudine di ogni studente, detto ciò, sicuramente, potrebbe diventare, un giorno, meno conservatore, meno legato a degli stereotipi, in questo senso, ad esempio, credo si potrebbe giungere ad un’abolizione dei compiti a casa per prediligere lezioni più mirate all’apprendimento in classe: questo è quello che intendo quando parlo di “ scuola conservativa”. Per quanto riguarda, invece, la situazione sociale giovani/adulti, credo che i giovani stiano trovando un veicolo per farsi sentire, alzare la voce, raccontarsi, si sta facendo valere la libertà di espressione ma, purtroppo, devo dire, non sempre in modo positivo. Ce ne sono molti bravi, possessori di messaggi positivi e altrettanti negativi, senza fondamenti né morali né scientifici. Si sono creati una bolla nei social network che permette di svincolarsi dai cliché raggiungendo una libertà di parola a volte pericolosa, infondata, ciò ne consegue un’incomprensione travisata da parte dagli adulti; è un problema gigantesco perché spesso si prende una posizione estremista data dal fatto di permettersi di dire qualsiasi cosa a prescindere dai valori sociali di una consuetudine morale univoca. L’errore più grande è prendere posizioni estreme, tranchant, nei confronti di cose fondamentali, ciò provoca grande disaccordo.

Nikola Greku

5. Hai solamente 19 anni, anche se appare difficile da immaginare, parli correttamente tre lingue straniere, sei curioso, interessato alla conoscenza e al mondo che ti circonda, sportivo: credi di essere una rarità? Da dove prendi tutta questa energia e, soprattutto, come vorresti far passare il messaggio che arte/cultura/sport/eleganza e rispetto, siano valori essenziali nella vita di tutti?

Penso di avere questa attitudine poliedrica dovuta molto a quella che è stata la mia educazione. I miei genitori mi hanno insegnato ad apprezzare valori importanti; attraverso la loro educazione ho imparato che nulla è regalato dalla vita. Credo non si debba mai andare a letto senza aver fatto qualcosa di produttivo durante la giornata. Al giorno d’oggi, se sei un giovane e butti via le tue giornate, senza fare nulla che ti insegni qualcosa, stai perdendo tempo, puoi fare qualsiasi cosa, essere curioso, approfondire studi di vario genere, entrare nello specifico di qualsiasi settore/passione, sento che la comprensione di questo aspetto potrebbe salvare il mondo. La cultura e la sapienza sono un potere, i giovani dovrebbero passare la giornata cercando di aumentare i loro valori, non si traduce spesso nella realtà ma è selezione naturale, c’è chi ha forza di volontà e chi no, chi ha motivazione e chi no, c’è chi si annoia e chi no, le mie esperienze di vita mi hanno portato a stare in quella sponda dove devi avvalorarti come persona per poter, in definitiva, essere, a tutti gli effetti, un individuo valido. Nella mia posizione, se sei veramente aperto a riguardo, riesci a relazionarti con tutti, vedendo le cose con un punto di vista più ampio riesci ad entrare in sintonia con tutti, a creare un’empatia che ti permette di dialogare senza problemi, tra i miei coetanei leggo questa cosa: la voglia di formarsi, imparare, ma non sempre si traduce in fatti concreti, spesso si perdono in un bicchier d’acqua, manca la voglia di impegnarsi seriamente. Per quanto mi riguarda, ora come ora, mi relaziono più facilmente con i giovani perché sono la fascia di età che riesco a stupire più facilmente.

6. Da dove prendi le tue idee, come nascono i contenuti che crei?

Le mie idee e i miei progetti nascono dalla consapevolezza nelle mie capacità, tendo a prendere il mio meglio e mi impegno al fine di padroneggiare quell’ambito con sempre maggior consapevolezza. Un mio grande vantaggio è l’essere poliedrico, mi permette di trattare svariati argomenti, il mio stile espressivo e il tipo di comunicazione che uso è, però, sistematico, non voglio concentrarmi su di una nicchia, voglio ampliare il mio pubblico, aspiro a farmi apprezzare per ciò che sono a prescindere dall’argomento che tratto.

Nikola Greku

7. Qual è lo scopo con cui ti poni nei confronti del tuo pubblico? Chi credi che ti ascolti e perché?

Statisticamente parlando mi ascoltano più le ragazze, i ragazzi hanno mancanza di autostima, sono invidiosi ma, tutto sommato, dopo un po’, riesci a vedere le cose dall’alto. Il mio scopo attuale non è quello di portare contenuti pesanti, ho solo una grande voglia di diffondere cultura. È un dato di fatto che le persone si sentano realizzate mostrando ciò che sono, realmente, e ciò che valgono. Per me è lo stesso. Riesco a sfogarmi ed esprimermi, penso che le persone che più mi ascoltano, come detto, siano prevalentemente ragazze ma non ne faccio una questione di genere, credo invece che siano persone che hanno attitudine all’imparare e all’ironia, sono persone positive, aperte di mente, a volte brillanti che hanno voglia di confrontarsi con il mio modo di comunicare. Ci sono tantissime persone che amplificano la loro voce sui media, partendo da un’angoscia interiore, la sfogano sui social, trasmettono ansia, paura, un senso di pietismo e compassione, sono messaggi negativi che non comprendo e loro, probabilmente, non comprendono me.

8. Cosa significa Comunicare? Cosa significa Fare Comunicazione? Cosa significa Recepire il messaggio di una buona Comunicazione?

Comunicare significa rendere chiaro il nostro messaggio al nostro interlocutore, rendendo chiaro anche il nostro stato emotivo. Fare Comunicazione significa prendere padronanza del comunicare, si ricollega al senso stretto di catalizzare attenzione, significa, in definitiva, riuscire, già nella propria testa, a ipotizzare la reazione di chi ascolta, è solo padronanza linguistica e comunicativa. Recepire il messaggio, invece, sta proprio nella reazione. Bisogna studiare molto il linguaggio non verbale, il linguaggio corporeo dell’interlocutore, a sua volta, dalla persona che recepisce si può capire che il messaggio sia arrivato, sia stato accettato e preso in considerazione, ciò non significa che sia già stato compreso e fatto proprio. Lo stesso recependo il messaggio, nel lasciarsi stupire dal messaggio si ottiene il risultato più evidente.

Nikola Greku

9. Come riesci a far coincidere la tua vita da studente con quella da “esempio”, per giovani e non?

La consapevolezza di essere capace di comunicare mi ha sempre permesso di salvarmi da molte situazioni apparentemente difficili, ho affrontato svariati tipi di prove, di difficoltà, trovandomi a mio agio nel trovare una soluzione., Vale lo stesso nel corso delle interrogazioni scolastiche: senza passare ore e ore sui libri il pomeriggio riesco ad improvvisare attingendo dalle mie conoscenze, dai miei studi e dalla mia facilità di apprendimento. Sono sempre stato uno studente apprezzato. Detto questo, non riuscirei a sopportare di passare 4 ore al pomeriggio sui libri, non potrei sopportare di fomentarmi solo sulla scuola tralasciando le mie passioni, riuscire ad avere un risultato buono senza un grandissimo sforzo mi garantisce di poter bilanciare la mia vita personale con lo studio, trovando tempo per i miei interessi, concentrarmi troppo, o esclusivamente, sulla scuola mi toglierebbe tanto.

10. Chi è stato il tuo maggior sostenitore/trice e chi, invece, ha cercato di farti desistere?

Il mio migliore amico è forse la persona con cui ho sempre parlato di tutte le mie attitudini e i miei obiettivi, vederlo prendere esempio da me mi rende estremamente orgoglioso. Mia madre ha sempre creduto in me, mi ha sempre stimato per quello che sono, mi ha sempre attribuito un grande valore senza mai farmi montare la testa, spronandomi a fare meglio. Non ci sono persone che riescono ad avere un’influenza negativa su di me, non sono capaci di demotivarmi nella loro insicurezza, se una persona ha ben chiari i suoi obiettivi non ha necessità di demotivare e denigrare gli altri; un discorso sono le critiche costruttive e l’analisi e un altro è cercare di distruggere, non mi interessano nemmeno queste persone, non lascio che abbiano un peso nel mio percorso, trovo che sia uno di quei messaggi negativi che non meritano di essere ascoltati. Chi ha valore non ha, e mai avrebbe, motivo di affossare gli altri per sentirsi migliore, di conseguenza, non meritano la mia attenzione.

11. Se potessi guardare nel tuo futuro cosa riusciresti e vorresti vedere?

Vorrei vedere questa mia esposizione mediatica ampliata al cubo, spero di realizzare tutti i miei progetti, vorrei anche vivere di rendita di questo ma, per ora, sono solo sogni, vorrei vedere realizzato un successo negli studi, sono immatricolato all’Università, Ingegneria dell’Informazione, vorrei vedermi vivere la mia giovinezza sempre meglio, finora l’ho domata bene, ho avuto le mie esperienze pesanti e altre positive, motivanti, l’insieme mi ha permesso di diventare ciò che sono. Solo il tempo determinerà quello che sarò.

Penso di avere un messaggio abbastanza importante e si traduce molto nella persona che sono: nei giovani c’è bisogno di tantissima positività: la chiave per il progresso personale e collettivo; quando ci si confronta con qualcuno vorrei che tutti imparassero dall’altro, ognuno ha qualcosa da prendere nel confronto interpersonale, sempre senza invadere la felicità morale delle persone, anzi, creando empatia, calma, pace, saremo capaci di creare un futuro migliore. Credo che tutti noi saremo quelli che governeranno la Terra e ci terrei molto che si potesse partire da un presupposto di pace. Ho paura di nuove battaglia, mediatiche e non, basterebbe solo essere gentili e comprensivi. Ho paura che questa generazione si promuova in modo differente rispetto a quello che dovrebbe essere; ripeto: ho il terrore che si scatenino di nuovo guerre mediatiche e sociali, nutro un forte ripudio nei confronti di questa possibilità, ripongo molta fiducia nel fatto che non accada.

12. Il tuo ricordo più bello legato al tuo mondo di arte comunicativa?

Mi sovviene una cosa carina, anche se ce ne sarebbero molte altre. Ero in terza media, andavo all’indirizzo musicale, suonavo il pianoforte, si facevano i saggi. Come comunemente noto un’aria è, spesso, preceduta da un racconto. Quel giorno, prima dell’inizio dello spettacolo, il Prof di Violino ha chiesto alla classe se ci fosse qualcuno che avesse il desiderio di leggere, mi sono proposto io. Ero sul palco e, ad alta voce, ho letto l’interludio, a quanto pare ha colpito molto l’intera platea, la mia voce e la mia espressività hanno avuto una certa risonanza. Ricordo mia mamma, con il sorriso mi ha fatto notare quanto anche le sue amiche fossero rimaste colpite dal momento. Può essere stato l’inizio di qualcosa, soprattutto una presa di coscienza delle mie capacità.

Non importa quanto tu sia giovane, quanto tu ti senta tale, quanto, al contrario, tu creda di aver superato una soglia d’età utile al cambiamento, all’apprendimento. Non importa, nemmeno, che tu sia esattamente chi credi di essere. La cosa fondamentale, sempre, è sapersi guardare attorno, vedere il bello e il brutto, riconoscerlo prima di averci a che fare; sapere, sempre, che il tuo futuro è determinato dal tuo presente, una chiara e semplice proiezione di ciò che sarai, o potrai essere, domani.

Dott.sa Arianna Forni

Nikola Greku

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